Spitualità ed economia

Cosa c'entra la spiritualità con l'economia? Sembrano così lontano, ma è proprio così? Oggi molti parlano di crisi economica ma come giustamente sottolinea Gino Strada si tratta di un problema di ingiustizia sociale: c'è chi possiede molto e troppo e chi poco o niente. Questo ha a che fare con la spiritualità? Si può forse pensare all'economia come un ente astratto sconnesso da ciò che siamo come essere umani? Non è forse una semplice espressione e il riflesso del nostro stato  di coscienza? Gli economisti parlano, senza rendersi conto delle implicazioni profonde di ciò che dicono, di essere competitivi, di aumentare i consumi, di conquistare mercati, di essere concorrenziali come se tutto questo fosse neutro ed indifferente sul piano dei rapporti umani e nel rapporto con la natura. 
  Potremmo chiedere semplicemente a questi economisti : " Dite che è bene essere competitivi, concorrenziali ma questo non implica che se io vinco qualcun'altro perde?:" Ma sappiamo che il cinismo è una categoria implicita nelle menti di tanti economisti. Diceva Lord Keynes con molta tranquillità in nome del cosiddetto progresso economico: " L'avarizia e l'usura... debbono essere ancora per un pò i nostri dei:". E già! Dante si rivolterebbe nella tomba a sentire queste parole e sicuramente il caro Lord Keynes finirebbe in qualche girone infernale!! Tutto questo non ha dunque a che fare con la spiritualità e con il nostro senso morale? Non è allora necessaria una "conversione interiore" prima ancora di pensare a come cambiare l'economia? Quale economia possiamo aspettarci da esseri umani usurai, avari, egocentrici, invidiosi, che pensano solo al profitto personale e al potere?

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